Cybersecurity nell’Industria 5.0: sfide e soluzioni per le aziende
L’Industria 5.0 rappresenta un’evoluzione del paradigma industriale, orientata alla collaborazione tra essere umano e macchina in un ecosistema produttivo iperconnesso, sostenibile e guidato da tecnologie avanzate come l’Intelligenza Artificiale Avanzata, la robotica collaborativa (cobots), l’Internet delle Cose (IoT) e la Cybersecurity integrata.
Proprio in questo scenario, un rapporto ENISA evidenzia come il costo medio di una violazione dei dati abbia raggiunto 4,4 milioni di euro nel 2024, segnando un incremento del 10% rispetto all’anno precedente, a sottolineare la crescente esposizione delle aziende a minacce informatiche.
Per questo motivo, nel contesto dell’Industria 5.0 la cybersecurity non è più un’opzione, ma una leva strategica imprescindibile per garantire continuità operativa, conformità normativa e mantenere la competitività sul mercato.
In questo articolo esploriamo le sfide chiave della cybersecurity nell’Industria 5.0 e proponiamo soluzioni pratiche per le aziende per supportare tecnologie, processi e persone in questa nuova evoluzione industriale.
L’industria 5.0: un nuovo paradigma industriale
L’Industria 5.0, promossa dall’Unione Europea come parte del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), si basa su tre pilastri: umanizzazione, sostenibilità e resilienza.
A differenza dell’Industria 4.0 focalizzata su automazione e digitalizzazione, l’Industria 5.0 punta sulla collaborazione essere umano-macchina, sulla resilienza e sostenibilità, ma amplifica le sfide di cybersecurity legate all’interconnessione tra sistemi fisici e digitali.
L’Industria 4.0 si concentrava su automazione, interconnessione e big data, spesso trascurando la sicurezza informatica. L’Industria 5.0, invece, adotta un approccio olistico, integrando la sicurezza come parte integrante del design dei sistemi (security by design). Inoltre, l’Industria 5.0 richiede maggiore attenzione alla protezione dei dati particolari generati da dispositivi IoT e alla resilienza delle filiere globali, spesso vulnerabili agli attacchi informatici.
Le sfide di cybersecurity nell’Industria 5.0
L’Industria 5.0 amplifica i rischi informatici a causa della crescente complessità dei sistemi e della dipendenza dalle tecnologie digitali. Di seguito, analizzo le principali sfide che le aziende devono affrontare per fortificare la propria resilienza in questa nuova fase industriale.
Convergenza IT-OT
La convergenza tra IT e OT è uno degli elementi centrali dell’Industria 5.0. I sistemi OT, che gestiscono macchinari e processi produttivi, sono sempre più connessi alle reti IT aziendali, diventando vulnerabili agli attacchi informatici.
Il rapporto ENISA Threat Landscape 2024, pubblicato dall'Agenzia dell'Unione Europea per la Cybersecurity, ha evidenziato un totale di 33.524 vulnerabilità nel NIST NVD, con un incremento significativo rispetto alle 24.690 vulnerabilità riportate nel periodo precedente.
Tra le criticità principali troviamo l’uso di sistemi legacy obsoleti, spesso basati su software non più supportati come Windows XP, la scarsa segmentazione tra reti IT e OT — che facilita la diffusione di malware — e l’impiego di protocolli non progettati per resistere agli attacchi moderni, come Modbus o OPC.
Un caso emblematico è l’attacco ransomware alla Colonial Pipeline del 2021, che ha interrotto la distribuzione di carburante e dimostrato quanto una violazione IT possa avere conseguenze operative gravi anche sui sistemi OT.
Minacce alla Supply Chain
Le filiere globali, sempre più interconnesse, rappresentano un punto critico in termini di sicurezza. Un attacco a un solo fornitore può mettere a rischio l’intera catena produttiva. Il Rapporto Clusit 2025 conferma questa tendenza: nel 2024 gli attacchi gravi contro il settore manifatturiero sono aumentati rispetto all’anno precedente.
Tra i principali rischi ci sono gli attacchi indiretti tramite fornitori poco protetti, la scarsa visibilità sulla sicurezza dei partner e le possibili interruzioni operative, che possono tradursi in fermi produttivi e perdite economiche rilevanti.
Un esempio concreto è l’attacco a MOVEit Transfer del 2024, in cui una vulnerabilità zero-day nel software di trasferimento file ha colpito centinaia di aziende e istituzioni in tutto il mondo, dimostrando quanto le supply chain digitali siano fragili e strettamente collegate.
Crescente sofisticazione degli attacchi informatici
Gli attacchi informatici stanno diventando sempre più sofisticati, anche grazie all’uso dell’intelligenza artificiale generativa, impiegata per creare malware su misura o campagne di phishing particolarmente convincenti. Secondo Gartner, entro il 2027 l’80% delle soluzioni di threat intelligence integrerà capacità predittive basate sull’IA.
Tra le minacce più rilevanti troviamo il ransomware, che cifra i dati aziendali e blocca i sistemi, con un costo medio superiore ai 5 milioni di euro per incidente. Seguono il phishing e lo spear phishing, che puntano a rubare credenziali ingannando i dipendenti, gli attacchi DDoS, che mettono fuori uso i servizi online, e il furto di proprietà intellettuale, che colpisce dati sensibili e segreti industriali.
Un esempio recente riguarda gli attacchi DDoS lanciati da gruppi filorussi e filopalestinesi contro siti istituzionali e aziendali italiani, a dimostrazione di come queste minacce siano concrete e attuali anche a livello nazionale.
Carenza di competenze e consapevolezza
La mancanza di professionisti qualificati è una sfida globale. Secondo il World Economic Forum, il 78% delle aziende considera la carenza di talenti interni un ostacolo critico. In Italia, solo il 4% delle organizzazioni è classificato come “maturo” nella preparazione contro le minacce digitali.
Problemi correlati:
- Errori umani: il 75% dei CISO italiani identifica il fattore umano come il principale rischio cyber
- Formazione insufficiente: molte PMI non investono in programmi di sensibilizzazione
- Gestione complessa: la crescente complessità delle infrastrutture richiede competenze specializzate.
Conformità normativa e standardizzazione
Adeguarsi alle normative europee come la Direttiva NIS2, in vigore dal 17 ottobre 2024, e il Cyber Resilience Act non è solo un obbligo, ma un’occasione per rafforzare la sicurezza aziendale.
Queste norme impongono requisiti stringenti per la gestione del rischio e degli incidenti, spingendo le aziende a sviluppare processi strutturati e a progettare prodotti digitali sicuri fin dall’inizio. L’adozione di standard internazionali come il NIST Framework o la ISO/IEC 27001 contribuisce a costruire un sistema di difesa solido e riconosciuto.
Tuttavia, le PMI spesso incontrano difficoltà nell’adeguamento a causa di risorse limitate, dovendo affrontare sfide come l’aggiornamento continuo delle procedure, il rischio di sanzioni elevate (fino al 4% del fatturato globale) e l’obbligo, previsto dalla NIS2, di monitorare costantemente la sicurezza dei fornitori critici.
In questo contesto, la collaborazione pubblico-privato risulta fondamentale per condividere informazioni sulle minacce e migliorare la resilienza complessiva.
Soluzioni per la cybersecurity nell’Industria 5.0
Per affrontare queste sfide, oggi più che mai le aziende devono adottare un approccio integrato che combini processi organizzativi robusti, tecnologie avanzate e una cultura della sicurezza.
Processi organizzativi
La cybersecurity richiede una governance strutturata e un approccio proattivo.
- Creazione di un dipartimento IT/OT: le aziende devono investire in team dedicati alla sicurezza, con esperti IT e OT
- Gestione del rischio cyber: adottare un approccio olistico al risk management, con metodologie di quantificazione finanziaria per giustificare gli investimenti
- Business Impact Analysis (BIA): identificare i dati e i processi critici per definire priorità di protezione
- Incident Response Plan: testare regolarmente piani di risposta agli incidenti per ridurre i tempi di ripristino.
- Collaborazione con fornitori: monitorare il livello di rischio della supply chain attraverso audit e piattaforme di condivisione delle minacce.
Tecnologie di sicurezza avanzate
Le tecnologie moderne sono essenziali per proteggere i sistemi complessi dell’Industria 5.0:
- Segmentazione delle reti: separare le reti IT e OT riduce il rischio di propagazione degli attacchi. ENISA raccomanda la segmentazione come pratica fondamentale
- Servizi MDR: i servizi di Managed Detection and Security consentono il monitoraggio in tempo reale e risposte real-time con risorse qualificate. Prevedono integrazione agnostiche e l’utilizzo della remediation mediante sistemi SOAR: Security Orchestration, Automation and Response.
- Zero Trust Architecture: consente la verifica continua di utenti e dispositivi, eliminando il concetto di “perimetro sicuro”. Questo approccio è centrale nel Sovereign Cloud Security Model europeo
- Intelligenza Artificiale e Machine Learning: aiuta a rilevare le anomalie e prevedere le minacce
- Crittografia quantistica: protegge le comunicazioni contro future minacce quantistiche
- Backup e Disaster Recovery: backup regolari e piani di ripristino garantiscono la continuità operativa in caso di ransomware.
Formazione e sensibilizzazione
Il fattore umano è cruciale. Secondo ENISA, oltre il 70% degli attacchi ha successo a causa di errori umani. La necessità più moderna è quella di trasformare le persone nel primo e più diffuso firewall aziendale.
Per fare questo è necessario modificare il comportamento delle persone tramite:
- Programmi di formazione: sessioni regolari per educare i dipendenti su phishing, ransomware e best practice di sicurezza informatica.
- Simulazioni di attacchi: esercizi di red teaming per testare la preparazione del personale.
- Cultura della sicurezza: promuovere una mentalità human-centric per ridurre l’attrito dei controlli di sicurezza e renderli più efficienti.
È evidente che le formazioni tradizionali non sono state in grado di cambiare il comportamento delle persone. Per questo c’è la necessità di nuovi metodi di formazione che partano dal modo con cui le persone imparano e le mettano al centro del processo.
Ed è per questo che abbiamo deciso di sviluppare Cyberoo Keatrix, una piattaforma di formazione evoluta che lanceremo prossimamente.
Investimenti strategici
La cybersecurity deve essere considerata un investimento strategico, non un semplice costo. Secondo le previsioni, entro il 2027 le aziende italiane aumenteranno significativamente i loro investimenti in questo ambito.
Per affrontare le sfide future, sarà essenziale allocare le risorse in modo proporzionato, investendo in processi, competenze umane e tecnologie come l’intelligenza artificiale e l’automazione.
In particolare, collaborare con provider di servizi MDR aiuterà a colmare le carenze di competenze interne, mentre semplificare gli stack di sicurezza permetterà una gestione più efficace e sostenibile nel tempo.
Il futuro della cybersecurity nell’Industria 5.0
L’Industria 5.0 rappresenta una svolta epocale per il settore manifatturiero, ma il suo successo dipende dalla capacità delle aziende di affrontare le sfide di cybersecurity.
La convergenza IT-OT, le vulnerabilità della supply chain, la sofisticazione degli attacchi e la carenza di competenze richiedono un approccio integrato che combini tecnologie avanzate, governance robusta e sensibilizzazione del personale.
Le soluzioni identificate, dalla segmentazione delle reti all’adozione di IA, dalla conformità normativa alla formazione, offrono un percorso chiaro per costruire un ecosistema industriale sicuro e resiliente. Investire nella cybersecurity non è, e sarà sempre più, solo una necessità per proteggere dati e operazioni, ma una leva strategica per migliorare la competitività, la fiducia dei clienti e la reputazione aziendale.
In un mondo iperconnesso, la sicurezza informatica è il fondamento dell’Industria 5.0. Le aziende che agiranno con lungimiranza, che adotteranno un approccio proattivo, integrando tecnologia, processi e cultura trasformando le sfide in opportunità, saranno protagoniste della prossima rivoluzione industriale.
Di Luca Bonora - CYBEROO Evangelist