Cybersecurity a Natale: come evitare attacchi informatici durante le feste natalizie

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Parliamoci chiaro: durante le festività i criminal hacker non si fermano: osservano attentamente, continuando il proprio lavoro. Sfruttano ogni segnale di distrazione, ogni presidio ridotto e ogni rallentamento nella risposta per rendere le loro azioni ancora più incisive.

Tra acquisti dell’ultimo minuto, chiusure di fine anno e una posta che si riempie di messaggi “urgenti”, capita che un clic passi senza pensarci troppo. L’attenzione scende, la fretta sale e quel mix è perfetto per favorire errori che in un altro momento dell’anno non commetteremmo mai.

Farsi trovare preparati è fondamentale. Significa mettere in sicurezza ciò che possiamo controllare, prima che la frenesia delle feste ci faccia abbassare la guardia. Vediamo come.

 

Il vero problema non è chi attacca, ma chi non presidia

C’è un fattore molto importante che gioca contro la cyber sicurezza aziendale nel periodo natalizio: gli organici ridotti.

I team IT e di sicurezza si diradano per le ferie, le reperibilità diventano più rare e il monitoraggio rallenta. Dal punto di vista di un criminale informatico, questa è una grande opportunità.

Non servono attacchi più sofisticati: basta colpire quando c’è meno velocità di risposta, quando un’anomalia rischia di passare inosservata più a lungo. È una semplice equazione: meno occhi, meno controllo, più possibilità di sbagliare.

La macchina aziendale continua a girare, certo, ma spesso lo fa in una sorta di modalità “risparmio attenzione”, dove un piccolo incidente può crescere indisturbato.

 

Le “classiche tentazioni” sotto l’albero

Il periodo festivo porta con sé una serie di esche. Nessuna tecnologia futuristica, niente attacchi mai visti prima. Solo cose che durante l’anno sapremmo riconoscere al volo, ma che durante le festività possono sembrare più credibili.

Email che imitano corrieri, conferme di ordini, sconti improbabili, o addirittura finte comunicazioni interne: in mezzo al caos pre-natalizio, tutto diventa più plausibile.

Quando la soglia di attenzione è più bassa, anche l’inganno più elementare funziona meglio.

 

Come vivere le feste senza brutti regali

Per affrontare il periodo festivo non serve scivolare nella paranoia, serve qualcosa di molto più razionale: metodo, disciplina operativa e una preparazione che non lasci spazio all’improvvisazione.

Il momento giusto per farlo è sempre prima che l’azienda inizi a svuotarsi e i team entrino nella classica modalità “presidio ridotto”. È in quella finestra che conviene riportare ordine nelle fondamenta: ricontrollare gli accessi privilegiati, verificare che ogni sistema critico sia correttamente aggiornato, confermare che i backup non solo esistano, ma siano ripristinabili. In pratica, azzerare le fragilità di base prima che possano diventare problemi reali.

La parte tecnica non basta se si spegne il radar. In un periodo in cui il rumore operativo cala, è essenziale che il monitoraggio continui senza interruzioni. Un SOC o, meglio, un I-SOC esterno che eroga monitoraggio e risposta h24 (MDR) garantisce la copertura continua degli eventi di sicurezza e mantiene la capacità di reagire rapidamente a qualunque anomalia, anche quando in azienda si sta brindando. L’assenza di personale interno non deve mai coincidere con l’assenza di visibilità.

Accanto al monitoraggio, serve una cyber threat intelligence aggiornata e concreta, capace di fornire un quadro chiaro delle minacce attuali, dei vettori più sfruttati e dei comportamenti osservati sugli attaccanti. Le TTP dei criminali non cambiano perché è Natale: siamo noi a cambiare ritmo. Sapere cosa sta accadendo “fuori” diventa quindi un moltiplicatore di efficacia per chi deve difendere ciò che c’è “dentro”.

Ovviamente, individuare la minaccia non basta se non si è in grado di intervenire. Ecco perché la componente di remediation deve essere immediata e strutturata: isolamento di sistemi compromessi, revoca di credenziali, ripristino da backup sicuri, analisi forense rapida. È l’unico modo per evitare che un incidente che nasce piccolo cresca indisturbato nei giorni in cui l’azienda è più vulnerabile.

Questo richiede un piano di incident response già scritto, approvato e soprattutto provato prima delle festività. Un piano che definisca ruoli, escalation, contatti, decision maker e modalità di comunicazione interna ed esterna. Le procedure non devono essere un documento dimenticato su un server, ma un framework operativo realmente adottato, così da non perdere minuti preziosi nel momento peggiore dell’anno per farlo.

Un altro elemento spesso sottovalutato è la gestione dei fornitori. Molte aziende si affidano a servizi esterni che, a loro volta, potrebbero operare con organici ridotti. Conoscere le loro finestre di reperibilità, le SLA effettive e le modalità di escalation è fondamentale. Un incidente può essere aggravato proprio da un anello della catena che non risponde nei tempi previsti.

Infine c’è il fattore umano, che durante le feste pesa più di qualunque tecnologia. La security awareness deve essere concreta, asciutta, focalizzata sui rischi del periodo: email di consegne, truffe di beneficenza, finti ordini, link sospetti. Bastano poche indicazioni chiare, non presentazioni infinite. Le trappole digitali non vanno in vacanza, ma se le persone le riconoscono, l’impatto dell’ingegneria sociale si riduce drasticamente.

La verità è che nessuna azienda può affrontare tutto questo da sola se non possiede internamente competenze, processi e tecnologie adeguate. Per questo, se non si dispone di un presidio interno completo, affidarsi a un I-SOC esterno non è una scelta accessoria, ma una misura di sopravvivenza operativa. Un I-SOC ha la capacità, le risorse e la continuità necessarie per garantire quel livello di protezione che un team interno ridotto non può sostenere nel periodo più critico dell’anno.

 

Il Natale è bello, ma la sicurezza non va in vacanza

Le feste sono fatte per rallentare, e va benissimo così. Ma la cybersecurity non rallenta.

Non serve aspettarsi un’ondata di attacchi natalizi: basta essere realistici e ammettere che, quando la nostra attenzione scende, la vulnerabilità sale.

La buona notizia è che si può vivere il Natale serenamente. Basta ricordare una semplice regola: la sicurezza non si basa sulla fortuna, ma sulla preparazione.

Avere una strategia di protezione attiva, supportata da una solida cultura aziendale e da un monitoraggio e risposta attivo H24, consente di affrontare con maggiore sicurezza anche i periodi con minore presidio umano.

Con gli strumenti giusti e un approccio consapevole, il momento più critico dell’anno può trasformarsi non in una debolezza, ma in una prova di maturità operativa superata con successo. Il resto lasciamolo pure alle lucine dell’albero.

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